Il Cirneco dell’Etna è una razza recentemente classificata fra i “Cani Primitivi” ed inserita nel 5° Gruppo. La sua vocazione venatoria è il coniglio selvatico.
La cerca. Nella prima fase l’esplorazione del terreno è inframmezzata da tempi di trotto sciolto o di galoppo leggero a tempi di passo brioso in relazione alle asperità del terreno.
La ricerca dell’emanazione è sempre meticolosa, dettagliata, attenta e riflessiva. Queste caratteristiche diventano peculiari nella “sciara” delle zone vulcaniche.
Il metodo. Quando il Cirneco ha la percezione della presenza del selvatico, scatta e si dirige rapido, naso fedele all’emanazione, verso la provenienza dell’usta lasciata impressa sul terreno dal coniglio al suo passaggio; accortosi però che l’emanazione svanisce o si attenua e che comunque non porta al selvatico, si ricompone nel suo atteggiamento di cerca e continua ad esplorare il terreno. Se invece, procedendo sulla passata, si rende conto che quella porta al selvatico, continua con lo stesso atteggiamento di massimo impegno seguendo ed interpretando con sollecita prontezza la qualità dell’usta per giungere al selvatico.
La sua espressività si fa più concreta e l’azione aumenta d’impeto man mano che la distanza dal coniglio diminuisce.
Nell’ultimo brevissimo tratto il Cirneco inizia a dare qualche scagno saltuario, acuto che via via diventa più frequente, quasi a divenire rabbioso quando presume d’essere al forte o al giusto cunicolo d’ingresso del selvatico. Qui il Cirneco si impegna in tentativi di scavo con gli arti anteriori, annusa con violente inspirazioni all’interno del buco, sbuffa sonoro e gli scagni si trasformano in latrati vivi, vibranti, categorici, per divenire a tratti smorzati, lamentevoli, permeati di rabbia di impotenza, mentre insiste nei tentativi di scavo. La voce riprende sonora e vibrante per denunciare che il conoglio si muove e si sposta all’interno della tana.
A questo punto entra in azione il furetto: il cane deve rispettare il mustelide, deve sospendere gli scavi e farsi da parte, in assoluto silenzio, magari acciambellandosi con apparente distacco ma in effetti con sorniona e viva attenzione per quanto sta per accadere.
Nel caso di Cirnechi particolarmente nervosi è tollerato levarsi in disparte.
Quando durante la cerca il Cirneco s’imbatte in un’emanazione intensa che lo porta al selvatico acquattato in giaciglio lontano dal forte, sia esso in cespuglio o a ridosso di una pietra, alla base di un muretto, ai margini di un rovo, sotto poche pietre o in qualsiasi altro sito non sotterraneo, il suo comportamento è identico a quello già descritto per l’ultimo tratto dell’approssimarsi al forte. Nei cespugli intricati ed impenetrabili, per giungere al coniglio, il Cirneco addenta e strappa con determinazione rami, rovi e spinaie, dimostrando coraggio e determinazione. Se viene a trovarsi improvvisamente a ridosso del selvatico in giaciglio, il Cirneco scatterà forzando il covo e costringendo il selvatico alla fuga.
Alcuni soggetti, in circostanze di questo genere, esprimono atteggiamento di punta, più o meno prolungata ed espressiva. Questo atteggiamento va tenuto in somma considerazione dal giudice. Sul covo caldo di coniglio, partito di soppiatto, è consentito un breve indugiare, senza insistenza né voce. Il cane dovrà però rilevare l’emanazione e risalirla speditamente e con fedeltà alla traccia.
Se scovato in una delle condizioni prese in esame, il coniglio, in breve, avrà guadagnato un forte o un cunicolo di varia natura che presenti caratteristiche di notevole sicurezza, il cane, allora, deve ripartire, riprendere l’emanazione e risalirla senza tentennamenti, distrazioni o errori, fino al nuovo ricovero del roditore, questa l’unica seguita del Cirneco, prerogativa tanto ambita ed indispensabile sia nelle “sciare“, sia nei cespugliati, sia in terreno spoglio.
Lo Stile. Il portamento di testa del Cirneco è quello di un cane che cerca l’emanazione a terra, quindi con muso non molto discosto dal terreno. La coda portata a grande arco sopra la linea dorsale, a tratti si distende e segna con grande dimenio le fasi della cerca. Le orecchie alternano alla erezione massima nei movimenti di sospetto un certo abbassamento sulla nuca nei momenti di impegno motorio, ma di modesta tensione percettiva. Comunque le orecchie mai devono essere rilassate.
Quando durante la cerca il Cirneco ha la percezione della presenza del selvatico, erge immediatamente la orecchie, si contrae fino ad evidenziare enormemente la sua massa muscolare, distende contemporaneamente la coda abbassandola fin quasi all’orizzontale e dimenandola lateralmente con impeto frenetico.
Lo stile è una armonica fusione di qualità fisiche, psichiche e fisiologiche, pertanto anche il timbro della voce nonché l’eleganza e la tipicità dell’andatura concorrono alla valutazione delle salienti caratteristiche di razza.
Criteri di valutazione. Il riporto non è prerogativa peculiare della razza. Qualche soggetto lo esplica in maniera esemplare; qualche altro si esibisce in recuperi a distanza di grande effetto venatorio; i più si limitano ad addentare il coniglio per scaricarsi, poi lo abbandonano. Ognuno di questi comportamenti è accettabile e non determinante nella valutazione, ma costituisce nota di merito.